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20 aprile 2022: “Le mafie al nord”

Gli studenti dell’Istituto Falcone di Loano hanno partecipato a “Le mafie al nord”, incontro sul tema della legalità incentrato sull’evoluzione delle organizzazioni criminali, sulla loro penetrazione nei territori e nei tessuti socioeconomici del centro nord del nostro paese e sulla necessità di una presa d’atto e di una azione di contrasto che devono essere collettive e riguardare anche i comportamenti individuali. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione della Polizia Locale di Loano in collaborazione con Avviso Pubblico e con la dirigenza scolastica dell’istituto superiore.

Durante la mattinata, gli studenti hanno analizzato l’evoluzione delle organizzazioni criminali e delle infiltrazioni mafiose al di là di stereotipi e luoghi comuni: “Cosa è accaduto nei territori del nord del paese troppo a lungo consideratisi immuni?”. In seguito, è stato affrontato il rapporto tra mafie e tessuti economici e sociali delle regioni del nord Italia: “Perché le mafie non sono solo un fenomeno criminale e perché riguardano ciascuno di noi?”. Infine, si è cercato di ricostruire il rapporti tra i giovani e le mafie: “Quanto la presenza mafiosa incide sulla vita dei giovani (dall’azzardo alla contraffazione sino all’uso di sostanze stupefacenti e alla qualità dei luoghi di vita pubblici)?”.

Relatore dell’incontro è stata Giulia di Girolamo, consigliere comunale di Bologna da sempre appassionata al tema delle infiltrazioni mafiose in Italia. Nel 2007 è coordinatrice dell’Associazione Rete NoName – Antimafia in Movimento, una realtà composta da studenti universitari impegnati sui temi della legalità e della giustizia sociale. Nel 2011 si laurea in Sviluppo e Cooperazione Internazionale con una tesi sull’importanza del riutilizzo sociale dei beni confiscati e nel 2013 in Scienze della Pubblica Amministrazione con una tesi sugli scenari economico sociali dell’economia criminale al nord, concentrandosi in particolare sui temi dell’usura e del racket. Con l’Associazione Caracò e Alessandro Gallo nel 2014 pubblica “Non diamoci pace – diario di un viaggio (il)legale“. Dal 2016 al 2021 è consigliere comunale di Bologna e consigliere di fiducia del sindaco per la legalità, dal 2017 al 2021 è coordinatrice per l’Area Metropolitana di Bologna dell’Associazione Avviso Pubblico.

La Polizia Locale di Loano da sempre organizza, all’interno degli istituti scolastici, diverse attività formative rivolte ai giovani e calibrate in relazione alla loro fascia d’età, al loro livello e grado di istruzione, al fine di sensibilizzarli ed insegnare loro il corretto comportamento da tenere all’interno delle comunità.

Negli ultimi anni tale attività formativa si è ulteriormente sviluppata e, ad oggi, anche grazie alla stretta collaborazione con l’istituto Falcone e con la dirigenza scolastica da sempre sensibile al tema della lotta alle mafie, è arrivata a comprendere (oltre al consueto programma di educazione stradale) percorsi dedicati alla legalità, alla sicurezza urbana, al contrasto delle mafie e della violenza di genere, alla prevenzione del disagio giovanile, ai percorsi legati alla mobilità sostenibile, alla formazione in materia di protezione civile e allo sviluppo della cittadinanza attiva. Tutte tematiche che rientrano nel più ampio ambito dell’educazione civica. Grazie alla grande disponibilità di Giulia di Girolamo, giovane consigliere comunale di Bologna, i ragazzi hanno potuto dialogare a tu per tu con un amministratore pubblico da sempre impegnato in prima persone rispetto al tema della criminalità organizzata”.

L’incontro del 20 aprile fa seguito al convegno “I beni confiscati alla mafia: un’occasione di sviluppo per il territorio ligure” tenutosi ai primi di aprile e al quale avevano partecipato anche una quarantina di studenti del Falcone: obiettivo di questo percorso, che proseguirà in futuro con altri incontri, è sempre quello di rendere i nostri ragazzi sempre più consapevoli della costante attualità del fenomeno criminalità organizzata e, soprattutto, cercare di far capire loro come il contrasto a questa piaga sociale passi per l’impegno di tutti noi, istituzioni e semplici cittadini”.


Il Comune è chiamato a testimoniare e divulgare una cultura antimafia.

Gli amministratori locali sono impegnati in una costante battaglia per l’affermazione della legalità e per la promozione della cultura della responsabilità e trasparenza nella pubblica amministrazione. In vaste zone del paese, un vero e proprio “contropotere” criminale si oppone alla legalità democratica, inquinando la società e l’economia.

Nelle istituzioni più vicine ai cittadini vige una nuova classe dirigente ed una leva di amministratori che, al di là dell’appartenenza politico–ideologica, colloca il bene comune al di sopra delle proprie posizioni. È necessario sposare l’etica della responsabilità, ricercare un dialogo con i cittadini e sollecitarne la partecipazione.

A tali classi spetta oggi il compito di “organizzare la legalità”, offrendo ai cittadini le occasioni e gli strumenti per sottrarsi all’invasione del contropotere criminale.

In quest’ottica “Avviso Pubblico – Enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie” agevola da più di 20 anni il difficile lavoro portato avanti da Comuni, Provincie e Regioni, svolgendo un’intensa attività formativa, informativa e progettuale, organizzando eventi in presenza e digitali, pubblicando buone pratiche e codici etico-comportamentali.

Un esempio concreto è rappresentato dalla Carta di Avviso Pubblico, una guida per il buon amministratore, la quale indica come applicare nella quotidianità i principi di trasparenza, imparzialità, disciplina e onore previsti dagli articoli 54 e 97 della Costituzione:

  • contrasto al conflitto di interessi, al clientelismo, alle pressioni indebite;
  • trasparenza degli interessi finanziari e del finanziamento dell’attività politica;
  • scelte pubbliche e meritocratiche per le nomine interne ed esterne alle amministrazioni
  • piena collaborazione con l’autorità giudiziaria in caso di indagini e obbligo a rinunciare alla prescrizione ovvero obbligo di dimissioni in caso di rinvio a giudizio per gravi reati (es. mafia e corruzione).

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